Indagine: scarsità d’acqua a Ferentino e disservizi Acea Ato5
In breve. Acea Ato 5 S.p.A. è la società individuata dalla Conferenza dei Sindaci quale Gestore del Servizio Idrico Integrato dell’ATO 5 Lazio Meridionale – Frosinone che gestisce 85 Comuni, servendo 450.000 abitanti. L’attuale crisi idrica è dovuta sia alle ridotte precipitazioni degli ultimi anni, che al pessimo stato della rete idrica. Per questo il problema si ripresenterà di anno in anno e va risolto quanto prima. Questo vuol dire che finché la Conferenza dei Sindaci non stila questi due documenti, la burocrazia dice che il Gestore Acea non può spendere denaro per realizzare le necessarie modifiche. Tale assemblea è stata indetta ad Agosto presso la Provincia di Frosinone, ma non ha raggiunto per due volte il numero legale.
Offriamo questi documenti al cittadino che vuole informarsi.
La mia opinione? Costringere quanto prima gli addetti ai lavori a stilare questi benedetti documenti, fermi al 2006, per sbloccare interventi infrastrutturali e manutenzione delle numerosissime perdite delle condutture idriche. Con meno perdite, l’acqua basterà per tutti.
IndiceL’affidamento del nostro sistema idrico ad Acea spa
L’affidamento del nostro sistema idrico ad Acea spa.Nel 1994 è stato avviato in Italia il processo di riforma del servizio idrico, mediante l’emanazione della Legge n° 36 del 5 gennaio 1994 (Legge Galli), con la quale il Parlamento ha approvato le nuove “Disposizioni in materia di risorse idriche”. La ratio della riforma risiede sostanzialmente nella definizione di un modello gestionale di tipo imprenditoriale che superi il frazionamento e le inefficienze riscontrate nei molti anni di gestione pubblica del settore. L’unitarietà della gestione dell’acqua è stata resa possibile da tale legge grazie all’istituzione delle Autorità d’Ambito Territoriali Ottimali. Le AATO (91 in tutto il territorio italiano) sono delle associazioni di Comuni che, coordinati tra loro, mirano alla tutela della risorsa idrica e al miglioramento del servizio, avendo il compito di affidare il Sistema Idrico Integrato ad un unico gestore per ciascun ambito territoriale. Per quanto riguarda la Regione Lazio, con legge Regionale n. 6 del 22 gennaio 1996 poi modificata dalla L.R. 31/99, sono state definite le regole e le procedure di attuazione che hanno avviato il profondo processo di ristrutturazione previsto dalla legge Galli . Il Lazio è stato così articolato in cinque ambiti, tra cui l’Ambito Territoriale Ottimale 5 Lazio Meridionale – Frosinone (ATO5). In questa zona, la società Acea gestisce tutte le fasi del ciclo tecnologico dell’acqua (captazione, trasporto, distribuzione, raccolta e depurazione) attuando il Piano d’Ambito approvato dall’assemblea dei Sindaci, pianificando e realizzando gli investimenti e sperimentando nuove soluzioni tecnologiche. Alcune cifre:
L’autorità d’ambito è composta da:
La Legge regionale del 9 luglio 1998 n. 26 prevede inoltre alcuni soggetti ed organismi a tutela degli utenti quali:
Analizzando i regolamenti presentati da questi organismi, sembra però che il cittadino non abbia modo di ottenere dei risarcimenti.
Frosinone cenerentola d’Italia: la storia nel dettaglio.L’affidamento ad Acea Spa per la Gestione del Servizio Idrico Integrato ATO5 – Lazio Meridionale risale al 27 Giugno 2003, con la Convenzione n.7205.
Febbraio 2007. La Segreteria Tecnico Operativa Ato5 di Frosinone sottoscrive un atto transattivo in cui si impegna a pagare al gestore Acea 10.700.000€ di arretrati.
Aprile 2009. Dopo due anni, il debito non risulta ancora pagato e il gestore Acea si lamenta dei danni causati dalle inefficienze dell’Autorità d’Ambito di Frosinone (ad esempio: ritardo nella consegna degli impianti di Atina, Paliano, Cassino centro e del Consorzio Asi; mancata articolazione delle tariffe 2007 e 2008, mancata fatturazione dei consumi di alcuni periodi e fatturazione dei consumi 2009 con la tariffa del 2005, che invece andava aggiornata).
Novembre 2009. A sua volta l’Autorità d’ambito di Frosinone si lamenta per i mancati pagamenti dei canoni di concessione, che il gestore Acea suggerisce di scalare dal proprio credito, precisando che – finchè non sarà sbloccata la situazione – non potrà pagare direttamente ai Comuni le rate dei mutui contratti dai Comuni stessi per realizzare opere relative al Sistema Idrico Integrato. La STO di Frosinone allora si impunta e rimarca “persistenti varie inadempienze e grave morosità nel pagamento degli oneri concessori” al gestore Acea, richiedendo: – 6.825.000€ per gli oneri concessori 2007 e 2008 Il gestore Acea ritiene tutte e tre le richieste immotivate, perchè: – gli oneri 2007 e 2008 andrebbero scalati dal credito di 10.700.000€ che Acea vanta dal 2007
Maggio 2010. La Conferenza dei Sindaci ATO5 di Frosinone delibera che vuole prima questi 15.800.000€, ma il gestore Acea impugna la decisione al Tar. Perdura ancora “l’assoluta inerzia dell’Autorità d’Ambito nella rideterminazione delle tariffe“, ed Acea non riesce a sostenere nemmeno i costi vivi nell’esercizio del Sistema Idrico Integrato. In una lettera Acea avvisa che “i danni saranno esponenziali ed avranno riflesso sull’intera Collettività, con conseguente danno erariale“.
Luglio 2010. Il gestore Acea è costretto a ridurre i costi operativi, chiudendo numerosi uffici locali (compreso quello di Ferentino), vendendo proprietà e riducendo la qualità del servizio. Acea dichiara inoltre ufficialmente che non pagherà il Canone di Concessione.
Dicembre 2010. Acea denuncia l’ostracismo dell’Autorità d’Ambito di Frosinone, in quanto non riesce ad accedere agli atti che hanno portato alla determinazione della tariffa 2010, sostenendo quindi che tale istruttoria non abbia tenuto conto di valutazioni sulla remuneratività atte quantomeno per coprire i costi operativi. L’Acea infatti è arrivata al punto di trovarsi costretta a ridurre il capitale sociale sotto il limite legale, e a chiedere una ricapitalizzazione e un finanziamento straordinario alla capogruppo Acea Spa. Acea infine si rende disponibile ad una soluzione provvisoria con un tavolo di conciliazione.
Marzo 2011. La STO di Frosinone continua a rappresentare in maniera parziale tutti gli eventi pregressi, richiedendo ora un totale di 23.394.000€ su una base non chiara. La tariffa utilizzata infatti è ancora quella del 2005, nemmeno incrementata dell’inflazione programmata. Questa inerzia ha impedito anche la rinegoziazione dei mutui dei Comuni impegnati in opere relative al Servizio Idrico Integrato, che avrebbero potuto comportare una economia generale a beneficio degli utenti.
Giugno 2011. L’Autorità d’Ambito di Frosinone, pur di ottenere subito del denaro, chiede ad Unicredit il ritiro del deposito cauzionale di Acea, per 2.843.000€, chiedendone l’immediato reintegro da parte del gestore.
Agosto 2011. Il Tar del Lazio (n.529/2011 del 20 Giugno 2011) riconosce la grave inadempienza dell’Ente d’Ambito di Frosinone e degli stessi Comuni nell’espletare le funzioni amministrative obbligatorie. Entro 120 giorni l’ATO di Frosinone deve determinare le tariffe 2006/2011. La tariffa infatti è la base sulla quale calcolare il Canone di Concessione, quindi non può essere richiesto un Canone se prima non si determina esattamente la tariffa. Essendo la tariffa rimasta quella del 2005, tutti i successivi calcoli del Canone risultano errati.
Ottobre 2011. Dopo ben quattro convocazioni dell’Assemblea dei Sindaci, il presidente Iannarilli decide di percorrere la strada del commissariamento. I rappresentanti PDL abbandonano sistematicamente l’aula facendo mancare il numero legale alle votazioni, in particolare quelle per la decisione della tariffa.
Dicembre 2011. L’Ato5 di Frosinone viene commissariata. Acea invia al Commissario il riepilogo di tutta la situazione finanziaria, lamentando difficoltà nella stesura del bilancio che si ripercuotono sulla capogruppo Acea spa, quotata in borsa e in sofferenza per l’incertezza creatasi attorno al titolo. 1) il canone di concessione non può comprendere la quota relativa ai costi di funzionamento dell’ente A.ATO di Frosinone (in totale 6.500.000€) perchè tale quota non venne discussa nel contratto iniziale 2) non si è mai tenuto conto del credito iniziale di 10.700.000€ 3) i canoni dovuti ai Consorzi di Bonifica (Valle del Liri, Sud Anagni e Conca di Sora) sarebbero stati pagati se l’Ente d’Ambito di Frosinone non li avesse accorpati anche ad altre cifre non dovute, come quelle richieste per il conferimento delle reti di Atina, Cassino centro e Paliano, che invece non è avvenuto 4) il gestore Acea ATO5 Spa sospende il pagamento del canone di concessione dal 2009, dichiarando che dei 34.705.903,62€ richiesti dall’AATO di Frosinone, deve in realtà 19.829.530,32€ 5) la situazione ha costretto Acea Spa ad una operazione di rifinanziamento, avendo debiti per 64 milioni di euro verso i soci, di 42mln€ verso le società infragruppo, 34,5mln€ verso terzi e di 3,5mln€ verso banche.
Gennaio 2012. Lo scandaloso documento di Bilancio Idrico 2011 vede la fatturazione di soli 20.414.000m3 di acqua a fronte di un prelievo di 103.953.400 m3 di acqua, con l’ingresso di 93.582.500m3 nella rete di distribuzione!
Aprile 2012. Grave carenza idrica della sorgente di Capo Fiume, per mancanza di precipitazioni. Istituito il divieto di annaffiamento.
Novembre 2012. Ancora con problemi di carenza idrica, vengono pubblicati i dati di monitoraggio delle portate.
Novembre 2012. Con un documento del 22 Novembre l’Acea informa il Comune di Ferentino su come ha gestito la carenza idrica. – Tufano (Pozzi da 1 a 5): -3% L’azienda ricorda quindi di utilizzare responsabilmente la risorsa idrica, perché anche se si è a Novembre le precipitazioni non avranno l’immediata conseguenza di un aumento della portata delle fonti. Sono stati effettuati 39 interventi a mezzo autobotte, e 233 piccole riparazioni nella rete idrica del territorio. Ed ecco la frase più emblematica di tutta la storia: “[…] l’intero territorio della Provincia di Frosinone necessita di interventi infrastrutturali che il Gestore rimane impossibilitato ad effettuare, a causa dell’assoluta inerzia dell’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale 5 Lazio meridionale – Frosinone, ormai denunciata più volte nell’adempimento dei propri compiti obbligatori, ossia la predisposizione del Piano d’Ambito e del relativo Piano tariffario 2006/2011.
La sentenza del Tar di Latina e il price capNonostante la sentenza abbia condannato tutte le inadempienze dell’AATO5 di Frosinone, anche Acea ha ricevuto un grosso avvertimento. Questo vuol dire che il Gestore, per guadagnare, deve rientrare nella spesa prefissata e – anno dopo anno – costruire un margine di guadagno sempre maggiore tramite il miglioramento dell’efficienza del servizio. Quindi se oggi il pubblico spende 10 per un servizio, affidandolo ad un privato con il price cap la spesa deve essere sempre al massimo 10, e potenzialmente diminuire anno per anno, con un calcolo concordato tra le due parti. Il sistema di price cap presuppone quindi un tetto di spesa massima entro il quale il gestore deve rientrare, fornendo il servizio e traendone anche guadagno. Se il Gestore non ne trae guadagno, deve operare sulle inefficienze per tagliare i costi e quindi avere un utile. Nell’interpretazione “nostrana” invece il prezzo andava stabilito come somma dei costi di gestione, più il guadagno. Una operazione che mostra la totale mancanza di comprensione dei meccanismi di price cap (o la connivenza sullo sperpero di risorse pubbliche) di entrambe le parti: pubblico e privato. Utilizzando infatti l’interpretazione “nostrana” la società privata non corre alcun rischio d’impresa, essendole garantito a priori il guadagno. Applicato in questo modo, il meccanismo di price cap non sortisce alcun effetto positivo sulla qualità dei servizi, facendo anche venir meno la necessità di affidare il servizio ad un gestore privato.
Altre assurdità non proprio secondarie– Il Presidente della Provincia Iannarilli ha buttato 4.000.000€ di euro in consulenze legali. In nessun altro ATO dei 90 italiani è accaduto lo stesso: si pensi che in Puglia, per dirimere una controversia del valore di 250.000.000€ le consulenze legali non hanno superato l’importo di 40.000€, cento volte meno quello che ha speso la Provincia di Frosinone. – Attualmente la Segreteria Tecnico Operativa continua a percepire quasi 300.000€ e si compone di sole due persone, più un solo amministrativo. – Mentre in quasi tutta la provincia nord si muore di sete o si rimane per giorni senza il servizio, nella parte bassa della provincia il 40% delle risorse idriche vengono cedute senza alcun rispetto della legge alla vicina regione Campania, a discapito di tutti i cittadini frusinati. – Molti cittadini sono indignati dalla faziosità del presidente dell’Autorità d’Ambito, che dispone dell’organismo dell’ente provinciale come bene proprio: basta leggere il tono e il contenuto dei comunicati stampa provinciali, redatti come se fosse l’Amministratore Delegato di una società privata, in cui si riferisce a fatti, attività e contrasti politici senza alcun contesto istituzionale o rispetto per i cittadini. – Anche Acea non è da meno. In bolletta l’acqua arriva a costare anche 3€ al metro cubo. Dei 6.000.000€ che la multinazionale avrebbe dovuto investire per sistemare la rete idrica, così’ come stabilito nel contratto, ne sono stati spesi meno di un terzo. La quota relativa alla remunerazione del capitale pari al 7% della tariffa invece, abolita dai referendum (che ha deciso che non si può guadagnare sull’acqua), continua ad essere percepita da Acea. – Acea è una multinazionale che qualche anno fa decise di investire nella telefonia mobile in Spagna insieme alla FIAT, senza condividere la decisione con il Comune di Roma: in quell’occasione perse soldi pubblici, e scelse di aumentare le tariffe dell’acqua per recuperare denaro perso. – E anche il Commissario non ha agito con decisione: nonostante l’ausilio di tecnici (a pagamento!), si è limitato a prendere la tariffa stabilita nella gara del 2001 (quella determinata a preventivo a copertura di un servizio perfetto e senza sfasature ed omissioni) e a rivalutarla in base agli indici Istat del costo della vita di ogni anno. – Il Commissario inoltre ha fatto sua un’articolazione tariffaria calcolata dalla Segreteria Tecnica Operativa, che ha calcolato una semplice media su tutte le utenze (1.491,00 €/mc). In questo modo l’acqua costerà molto di più ai piccoli consumatori: quanta acqua utilizza mediamente una famiglia non ha nulla a che vedere con la media del “pollo” calcolata sui consumi di tutte le utenze, industrie comprese! (n.d. Luciano Granieri).
Domande– E’ evidente che le responsabilità siano soprattutto degli amministratori pubblici locali: è possibile che in 85 comuni tutti siano stati incapaci persino di capire la documentazione tecnico amministrativa di gestione del Sistema Idrico Integrato? E che questa incapacità perduri dal 2006? – E’ possibile concepire un sistema idrico nel quale sparisce l’80% dell’acqua immessa, tra perdite e abusivismi? – Perchè il Presidente dell’Autorità d’Ambito ha mischiato attività e contrasti politici in questa situazione, decidendo di non pagare il debito iniziale di 10.700.000€? – Indagando ancora prima, si scopre che Frosinone è stata la prima AATO in Italia ad affidare il servizio idrico ad un privato: col senno di poi, è stata una scelta affrettata? – E’ possibile mandare deserte numerose riunioni della Conferenza dei Sindaci, nonostante l’urgenza? – Parlando di sperpero di denaro pubblico e risorse, è possibile tenere bloccati investimenti per ammodernamenti, rinegoziazione dei mutui e restituzione delle cifre investite dai Comuni, mentre si spendono milioni per consulenze inutili e uffici che non compiono i loro compiti? – Perchè si è deciso di mettere in difficoltà una società, con i relativi dipendenti (ricordiamo che sono stati chiusi numerosi uffici locali ed è stata venduta la sede di Frosinone) usandola tra l’altro come banca (non sono stati tra l’altro ancora valutati gli interessi sul debito)? – Perchè chi aveva tutta l’autorità di effettuare scelte ha trascurato il problema a totale discapito dei cittadini? Il servizio idrico non è forse fondamentale nella vita quotidiana degli abitanti? – Tutte queste persone non hanno configurato un danno erariale?
Aggiornamenti6 Febbraio 2014. I sindaci continuano a non decidere e l’Acea si fa la tariffa idrica da sola. L’Acea Ato5 spa, infatti, ha avviato la procedura per autodeterminare le tariffe idriche in Ciociaria. The following two tabs change content below.
Marco InfussiFerentino a Antiche Fornaci Giorgi Tramite il gruppo civico Cambiare partecipo ad un progetto di rinnovamento della classe politica di Ferentino. Con questo sito internet cerco di informare e creare una discussione trasparente circa le scelte operate dall'amministrazione comunale.
Lavoro in architettura e restauro, progettando e realizzando ambienti, strutture, arredi ed oggetti tramite la mia azienda, Fornaci Giorgi, che produce pavimenti, rivestimenti ed elementi architettonici in cotto fatto a mano.
Mi interesso di arti visive, interfacce uomo macchina, applicazioni internet. Ho il pollice verde ed amo mia moglie Domitilla e nostra figlia Charlotte.
In passato ho collaborato con Wikipedia, Ubuntu, Live Performers Meeting, Il Cartello per la promozione e diffusione delle arti, Greenpeace, Festival Arrivano i Corti, Il Giardino delle Rose Blu, Il Gabbiano.
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