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Per le Piccole e Medie Imprese

 

Indice

Fondi Diretti per le PMI
Fondi Indiretti per le PMI
Strumenti di Internazionalizzazione per le PMI
Documentazione Europea relativa alle PMI
Iniziative a sostegno delle PMI

 
 
 
 
 

Fondi Diretti per le PMI

Finanziamento tematico – Tra gli strumenti con cui l’UE sostiene le piccole aziende vi sono le sovvenzioni. Le PMI possono chiedere di aderire ad alcuni programmi tematici, in genere subordinatamente alla presentazione di progetti transnazionali sostenibili e a valore aggiunto. Il principio generale è quello del co-finanziamento: l’Unione europea copre solo una parte dei costi dei progetti.

 

A) Ambiente, energia e trasporti:

LIFE + : Questo programma si suddivide in tre filoni: Natura e Biodiversità; Politica e Governance ambientale; Informazione e Comunicazione.

Programma quadro per l’Innovazione e la Competitività (PIC): è una risposta coerente e integrata agli obiettivi della strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione. Il PIC comprende:

  1. il Programma per l’Innovazione e l’Imprenditorialità (PII), il cui scopo consiste nello sfruttare il potenziale delle tecnologie, al fine di proteggere l’ambiente, contribuendo al tempo stesso alla competitività e alla crescita economica;
  2. il Programma Energia Intelligente per l’Europa (EIE) ,che consiste in un insieme di misure atte a incrementare la domanda di efficienza energetica, a promuovere le fonti rinnovabili e la loro diversificazione, nonché a stimolare l’efficienza energetica nei trasporti;
  3. il Programma di sostegno alla politica in materia di Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT-PSP) i cui finanziamenti sono rivolti ad azioni pilota che coinvolgono sia organizzazioni pubbliche che private.

Marco Polo II: il Programma è finalizzato alla riduzione della congestione stradale, al miglioramento delle prestazioni ambientali del sistema di trasporto merci nella Comunità, per un sistema dei trasporti efficiente e sostenibile.

 

B) Ricerca e innovazione:

7° Programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico: è articolato in vari programmi: “Cooperazione” (che incoraggia le PMI a partecipare alle iniziative di ricerca e a quelle tecnologiche congiunte), “Idee” (dà la possibilità ai team di ricerca delle PMI di competere su basi meritocratiche), “Persone” (incoraggia la partecipazione delle PMI nelle alleanze fra l’industria e l’università) e “Capacità” (mira a rafforzare la capacità di innovazione delle PMI europee basate sulla tecnologia).

Programma quadro per l’Innovazione e la Competitività (PIC): comprende due filoni:

  1. il Programma per l’Innovazione e l’Imprenditorialità (PII) che contiene iniziative per migliorare, incoraggiare e promuovere l’innovazione nelle imprese;
  2. il Programma di Sostegno alle Politiche TIC, finalizzato a stimolare i nuovi mercati convergenti per reti e servizi elettronici, contenuti multimediali e tecnologie digitali.

EUREKA – Rete per le attività di R&S orientate al mercato: sostiene la competitività delle imprese europee attraverso la creazione di reti di innovazione in 36 paesi. EUREKA offre ai partner un insieme di conoscenze e competenze in tutta Europa e agevola l’accesso ai piani di finanziamento nazionali pubblici e privati.

 

C) Istruzione e formazione:

Programma d’azione integrato per l’apprendimento continuo. Comprende:

  • COMENIUS per le attività pedagogiche relative agli istituti scolastici fino alla scuola secondaria;
  • ERASMUS per l’istruzione e le attività avanzate di formazione a un livello di istruzione superiore;
  • LEONARDO DA VINCI per tutti gli altri aspetti dell’istruzione e della formazione professionale;
  • GRUNDTVIG per la formazione degli adulti;
  • ERASMUS per giovani imprenditori: avviato nel 2009 dall’UE, è un progetto volto a fornire assistenza pratica e finanziaria agli imprenditori intenzionati a trascorrere un periodo di tempo in un’azienda di un altro paese comunitario, allo scopo di apprendere da colleghi con maggiore esperienza nel campo. Obiettivi del progetto sono la condivisione di esperienze e informazioni tra imprenditori e l’individuazione di potenziali partner.

 

D) Cultura e Media:

Cultura 2007-2013: offre sovvenzioni a progetti di collaborazione in tutti i campi artistici e culturali che celebrano la diversità e il patrimonio culturale dell’Europa. Tra gli obiettivi: promuovere la mobilità transfrontaliera di chi opera nel settore della cultura, incoraggiare la circolazione transnazionale di prodotti culturali e promuovere il dialogo interculturale.

Media 2007-2013: Si occupa di formazione dei professionisti dell’audiovisivo, sviluppo di progetti e società di produzione, distribuzione e promozione di opere cinematografiche e programmi audiovisivi, sostegno ai festival cinematografici e sovvenzioni alle PMI operanti in queste aree.

 
 
 
 
 

Fondi Indiretti per le PMI

Fondi Strutturali – Tra i finanziamenti indiretti, ossia quelli forniti mediante intermediari a livello nazionale e locale, ci sono i Fondi strutturali dell’UE. Tra questi il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo (FSE) rappresentano i maggiori strumenti di finanziamento comunitario a favore delle PMI. Il loro obiettivo è ridurre le disparità nello sviluppo delle regioni e promuovere la coesione economica e sociale all’interno dell’Unione europea.

La Commissione europea co-finanzia i progetti regionali degli Stati membri ma la gestione dei programmi e la selezione dei progetti avviene a livello nazionale o regionale. Nel periodo 2007-2013 la strategia e le risorse della politica di coesione (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo e Fondo europeo di coesione) sono raggruppati in tre obiettivi prioritari:

  1. Convergenza: accelerare la convergenza economica delle regioni meno sviluppate;
  2. Competitività e occupazione regionale: rafforzare la competitività e le capacità di attrazione delle regioni e aiutare i lavoratori e le aziende ad adeguarsi ai mutamenti economici;
  3. Cooperazione territoriale europea: rafforzare la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale.

 

Fondo europeo di sviluppo regionale: è il maggior strumento per ridurre le disparità nello sviluppo regionale e sostenere la coesione sociale ed economica all’interno dell’Unione europea. Per rafforzare la creazione e la competitività delle PMI esso cofinanzia attività riguardanti:

  1. lo spirito imprenditoriale, l’innovazione e la competitività delle PMI
  2. il miglioramento dell’ambiente regionale e locale per le PMI nella fase di avviamento e di crescita e il miglioramento delle infrastrutture commerciali e dei servizi di appoggio per le PMI
  3. la collaborazione interregionale e transfrontaliera delle PMI
  4. l’investimento nelle risorse umane (unitamente a finanziamenti del Fondo sociale europeo).

Le autorità nazionali e regionali, oltre a gestire e selezionare i progetti, rappresentano punti di contatto per le applicazioni di finanziamento.

 

Fondo sociale europeo: offre sostegno per la previsione e la gestione del cambiamento economico e sociale. Le quattro aree chiave di intervento nell’ambito dell’obiettivo di “Competitività e occupazione regionale” sono:

  1. incremento dell’adattabilità di lavoratori e imprese;
  2. miglioramento dell’accesso all’occupazione e della partecipazione nel mercato del lavoro;
  3. rafforzamento dell’inclusione sociale attraverso la lotta alla discriminazione e l’agevolazione dell’accesso al mercato del lavoro da parte delle persone svantaggiate;
  4. promozione di partenariati per le riforme nei campi dell’occupazione e dell’inclusione.

Nelle regioni meno abbienti il fondo si concentra sulla promozione di adeguamenti, crescita e creazione di lavoro di carattere strutturale. A tal fine, nell’ambito dell’obiettivo di “Convergenza”, il FSE sostiene attività di espansione e miglioramento degli investimenti in capitale umano, iniziative finalizzate allo sviluppo di capacità istituzionali e all’efficienza delle pubbliche amministrazioni, a livello nazionale, regionale e locale.

 

Fondo per lo sviluppo rurale: si concentra sul miglioramento della competitività per l’agricoltura e lo sviluppo forestale; su quello dell’ambiente, della campagna e della qualità della vita, oltre che sulla diversificazione dell’economia rurale.

 
 

Altri strumenti finanziari

La maggior parte degli strumenti finanziari non consiste in finanziamenti diretti alle PMI, ma in fondi gestiti attraverso intermediari (banche, istituzioni creditizie o fondi d’investimento). La loro finalità consiste nell’incrementare il volume di credito a disposizione delle PMI .

 

Programma quadro per l’Innovazione e la Competitività (PIC): si tratta di risorse ripartite in tre piani, che vengono gestiti per conto della Commissione europea dal Fondo europeo per gli investimenti:

  1. Uno strumento a favore delle PMI finalizzato ad aumentare l’offerta di capitale netto per le PMI innovative sia nella fase di start up che in quella di espansione;
  2. Uno strumento che offre garanzie aggiuntive ai piani previsti, al fine di accrescere l’offerta di finanziamenti per le PMI mediante indebitamento;
  3. Un piano per lo sviluppo delle capacità degli intermediari finanziari in alcuni Stati membri.

 

Risorse europee congiunte per le micro e medie imprese (JEREMIE): è un’iniziativa congiunta della Commissione europea, del Fondo europeo per gli investimenti (FEI) e della Banca europea per gli investimenti (BEI) per migliorare l’accesso al finanziamento delle microimprese e delle PMI, in particolare attraverso microcrediti, finanziamenti in capitale di rischio o garanzie e altre forme di finanziamento innovativo. Viene data particolare enfasi al sostegno alle imprese in fase di start up, al trasferimento tecnologico, ai fondi tecnologici e innovativi e al microcredito.

 

Azione congiunta per sostenere gli istituti di microcredito in Europa (JASMINE): è un’iniziativa congiunta della Commissione europea, del Fondo europeo per gli investimenti e della Banca europea per gli investimenti a completamento di JEREMIE.

JASMINE mira a sviluppare l’offerta di microcredito in Europa mediante l’assistenza tecnica agli istituti di microfinanza e il finanziamento delle attività di istituti finanziari non bancari. Lo scopo del programma è migliorare l’accesso ai finanziamenti da parte di piccole aziende, di inoccupati e di tutticoloro che non possono accedere ai servizi bancari tradizionali.

 

Fondo europeo per gli investimenti (FEI): l’attività del FEI si basa su due strumenti:

  1. Gli strumenti di capitale di rischio del FEI che consistono in investimenti di capitale a sostegno delle PMI, in particolare le start-up.
  2. Gli strumenti di garanzia del FEI che forniscono garanzie alle istituzioni finanziarie che fanno credito alle PMI.

 

Banca europea per gli investimenti (BEI): concede prestiti, assegnati tramite intermediari, per gli investimenti delle PMI.

 

Strumento europeo di microfinanziamento, Progress: fornisce finanziamenti alle piccole imprese e a coloro che, avendo perduto il lavoro, desiderano avviare una piccola impresa.

 
 
 
 
 

Strumenti di Internazionalizzazione per le PMI

Il servizio consiste nel fornire assistenza alle organizzazioni intermediarie e/o alle autorità pubbliche nell’ambito dell’internazionalizzazione, al fine di aiutare l’accesso delle PMI nei mercati esterni all’UE. Questi piani non offrono quindi finanziamenti diretti alle PMI.

 

  • Paesi candidati e confinanti

Strumento di preadesione (IPA): attivo dal gennaio 2007 prevede interventi che possono interessare:

  1. il sostegno alla transizione e rafforzamento delle istituzioni;
  2. la cooperazione transfrontaliera;
  3. lo sviluppo regionale;
  4. le risorse umane;
  5. lo sviluppo rurale.

I paesi beneficiari di tutte le misure sono i paesi candidati all’UE, mentre i paesi candidati potenziali dei Balcani occidentali sono ammissibili esclusivamente alle prime due. La Commissione europea fornisce sostegno indiretto alle PMI dei paesi beneficiari agevolandone l’accesso a prestiti, leasing e capitali mediante la cooperazione con istituti finanziari internazionali (BEI e BERS).

Fondo investimenti per la politica di vicinato: rientra nell’ottica di una collaborazione privilegiata di tipo politico e economico con 16 paesi vicini dell’UE.

Programma East-invest: ha come obiettivo il sostegno allo sviluppo economico delle PMI dell’Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina nel corso del loro processo di internazionalizzazione, stimolandone lo sviluppo commerciale.

Strumento per il finanziamento delle PMI di UE/BERS: fornisce finanziamenti alle PMI in 11 paesi dell’Europa centrale, inclusi i paesi in via di adesione e i nuovi Stati membri dell’UE. I finanziamenti vengono gestiti tramite banche, società di leasing e società di investimento locali.

Sostegno non finanziario della BERS: i programmi TAM (Turn Around Management) e BAS (Business Advisory Services): il primo programma è incentrato sui cambiamenti che avvengono a livello manageriale e strutturale nelle imprese, in merito ai quali offre la consulenza di dirigenti esperti. Il secondo sostiene iniziative e sviluppa infrastrutture per servizi di consulenza aziendale.

Prestiti BEI per le PMI nei paesi dell’Europa orientale: la BEI concede prestiti alle PMI dei paesi vicini dell’Europa orientale, espandendo la copertura geografica oltre l’Unione europea, i Balcani occidentali e i paesi in fase di preadesione.

Prestiti BEI per le PMI nei paesi partner mediterranei (FEMIP): questo programma concede prestiti alle piccole imprese del Mediterraneo (Algeria, Egitto, Gaza/Cisgiordania, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Siria e Tunisia) tramite intermediari locali per progetti tesi a promuovere le infrastrutture economiche della zona.

 

  • America latina

AL-Invest IV: obiettivo del programma è sostenere l’internazionalizzazione delle PMI dell’America latina mediante una rete di operatori europei e locali che collaborino nell’organizzazione di incontri tra aziende operanti nel medesimo settore sulle due sponde dell’Atlantico. Il finanziamento è riservato alle organizzazioni non a scopo di lucro.

 

  • Asia

Programma EU Gateway: l’obiettivo del programma, attivo dal 2008 al 2015, è promuovere l’introduzione dei prodotti europei sul mercato giapponese e sudcoreano, per completare e aggiungere valore alle attività di promozione delle esportazioni intraprese da parte degli Stati membri dell’UE nei settori industriali ad alto potenziale in Giappone o Corea (sanità e tecnologie mediche, tecnologie per l’edilizia, dell’informazione e della comunicazione, per l’ambiente e l’energia, design di interni, creazioni di moda). Le PMI partecipanti ricevono sostegno attraverso l’organizzazione di missioni commerciali al fine di agevolare la cooperazione, nonché l’assistenza finanziaria e logistica specifica.

Programmi di cooperazione industriale UE-Giappone: sono 4 programmi annuali che consistono in attività formazione in Giappone riguardanti le risorse umane, il sistema di distribuzione, la politica degli investimenti diretti esteri, l’industria manifatturiera.

Conoscere la Cina: è un programma di formazione co-finanziato dalla Commissione europea per aiutare le aziende europee a comprendere il sistema economico della Cina e a migliorare la propria competitività nel mercato del paese.

Programma di scambio e formazione per dirigenti fra UE e Cina: prevede un percorso di formazione rivolto ai dirigenti cinesi ed europei nei settori delle lingue, della cultura commerciale e delle pratiche dei rispettivi continenti.

 
 
 
 
 

Documentazione Europea relativa alle PMI

Lo Small Business ActAdottato nel Giugno 2008 e approvato dal Consiglio europeo a Dicembre dello stesso anno, lo Small Business Act for Europe riflette la volontà politica della Commissione di riconoscere il ruolo centrale delle PMI nell’economia europea e rappresenta un quadro onnicomprensivo sulla politica riguardante le PMI.

Basato sul presupposto che un contesto favorevole alle PMI dipenda innanzitutto dal riconoscimento degli imprenditori da parte della società, lo Small Business Act ha un duplice obiettivo: rendere attraente l’attività di imprenditore e diffondere l’idea secondo cui le PMI danno un contributo sostanziale all’occupazione e alla prosperità economica.

Lo Small Business Act vuole migliorare l’approccio globale all’impresa e promuovere la crescita delle PMI aiutandole ad affrontare i problemi che ne ostacolano lo sviluppo, soprattutto di natura legale e amministrativa.

Esso si articola in 10 principi-guida, volti a formulare e attuare le politiche sia a livello dell’UE che degli Stati membri, valorizzare le iniziative a livello UE, creare condizioni di concorrenza paritarie per le PMI e migliorare il contesto giuridico e amministrativo nell’intera UE.

Essi sono:

1) Dar vita a un contesto in cui imprenditori e imprese familiari possano prosperare e che sia gratificante per l’imprenditore

2) Far sì che imprenditori onesti, che abbiano sperimentato l’insolvenza, ottengano una “seconda possibilità”

3) Formulare regole conformi al principio “Anzitutto pensare in piccolo”

4) Rendere le pubbliche amministrazioni permeabili alle esigenze delle PMI

5) Adeguare l’intervento politico pubblico alle esigenze delle PMI: facilitare la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici e utilizzare gli aiuti di Stato per le PMI

6) Agevolare l’accesso delle PMI al credito e sviluppare un contesto giuridico ed economico che favorisca la puntualità dei pagamenti nelle transazioni commerciali

7) Aiutare le PMI a beneficiare delle opportunità offerte dal mercato unico

8) Promuovere l’aggiornamento delle competenze e ogni forma di innovazione

9) Permettere alle PMI di trasformare le sfide ambientali in opportunità

10) Incoraggiare e sostenere le PMI affinché beneficino della crescita dei mercati.

Negli ultimi anni si è avuta una notevole convergenza nella posizione degli Stati membri riguardo le PMI . Molti di essi hanno tratto ispirazione da altri Stati, beneficiando delle loro idee e dei loro punti di forza. Gli esempi riguardano: l’applicazione del principio “Anzitutto pensare in piccolo “, la semplificazione di procedure di “start up”, l’internazionalizzazione delle PMI, la formazione degli imprenditori; la bancarotta e la ripresa delle attività, la riduzione degli oneri amministrativi.

 

Piano d’azione della Commissione per migliorare l’accesso delle PMI ai finanziamenti (Dicembre 2011)

nel Piano d’azione la Commissione europea descrive le politiche che intende attuare per agevolare l’accesso delle PMI europee ai finanziamenti. In quest’ottica propone di mobilitare nuovi finanziamenti europei mirati per ovviare alle disfunzioni del mercato che ostacolano la crescita delle PMI.

Tra le misure regolamentari proposte vi è quella di migliorare il quadro relativo al capitale di rischio utile per le aziende che si trovano nelle fasi iniziali del loro sviluppo.A questo proposito, propone di creare un autentico mercato interno per i fondi di capitale di rischio.

A questo si aggiungono norme in materia di aiuti di Stato, un miglior accesso delle PMI ai mercati dei capitali attraverso modifiche regolamentari volte ad accrescere la visibilità delle PMI e a ridurre gli oneri imposti dalla regolamentazione. Altro obiettivo importante evidenziato dalla Commissione consiste nel rivedere l’impatto dei requisiti patrimoniali delle banche sulle PMI e nel prevedere un regime innovativo riguardo i fondi europei per l’imprenditoria sociale. Quanto all’aspetto finanziario la Commissione ha proposto misure per favorire i prestiti alle PMI e per migliorare l’accesso al capitale di rischio ed I ulteriori misure per migliorare il contesto imprenditoriale. Per maggiori informazioni consulta questo sito.

 

SME Performance Review

Il SME Performance Review (SPR) è lo strumento chiave usato dalla Commissione per documentare il ruolo delle PMI e studiarne lo sviluppo. Avviato nel 2008, rappresenta una fonte completa di informazioni sulle performance delle PMI, grazie anche alla sua ampia gamma di indicatori. Esso presenta due componenti: un rapporto annuale sulle PMI europee e schede informative sui paesi.

 

Rapporto annuale sulle PMI europee (2012)

Fornisce una panoramica delle dimensioni, della struttura e dell’importanza delle PMI per l’economia europea, come enfatizzato nello Small Business Act e nella Strategia Europa 2020, includendo anche comparazioni con paesi extra-europei. L’edizione del 2012 affronta sfide quali l’ aumento della competitività dell’Europa attraverso la crescita della produttività, l’innovazione e la sostenibilità. In particolare è fondamentale la capacità di innovazione delle PMI, per migliorare l’intera industria e l’economia attraverso la condivisione di esperienze.

Stando ai dati raccolti riguardo la crescita e l’occupazione, la performance delle PMI in Europa varia da Stato a Stato. In Austria e in Germania è decisamente migliorata dall’inizio della crisi, grazie allo sviluppo dell’industria “high e medium tech” e di un’industria ad alta intensità di conoscenza. In Belgio, Finlandia, Francia e Lussemburgo, così come negli altri 20 paesi europei le imprese non sono riuscite a tornare ai livelli di produttività e occupazione pre-crisi. A livello europeo le previsioni economiche nella primavera 2012 hanno mostrato un livellamento della crescita del PIL nel 2011, mentre il livello di occupazione ha subito nel 2012 una crescita negativa.

Poiché le imprese attive nell’industria “hi-tech” e quelle ad alta intensità di conoscenza hanno dimostrato migliori risultati, il rapporto del 2012 si è concentrato su questi settori e sul loro potenziale per stimolare la crescita. Il rapporto tiene in considerazione anche il ruolo delle università nello stimolare le “start up” più innovative colmando il gap tra ricerca del settore pubblico e settore privato.

Tra le principali misure per promuovere i prodotti della ricerca riporta: la revisione dello status dei ricercatori, le regole per la proprietà intellettuale, premi annuali, un accesso semplificato ai finanziamenti per gli imprenditori-studenti.

 

Rapporto sulla competitività europea (2012)

Come parte della Strategia Europa 2020, il Rapporto annuale sulla competitività europea contribuisce all’analisi alla promozione della competitività.

  • Esportazioni. Le esportazioni europee si sono dimostrate un ottimo fattore di ripresa, anche se la loro performance é stata differente da paese a paese.
  • Energia. Quanto all’efficienza energetica, i risultati positivi sono visibili in tutti gli Stati membri. L’UE é leader nell’internazionalizzazione e nei flussi transnazionali di eco-investimenti così come nelle eco-innovazioni. Il rapporto conferma l’efficacia della politica industriale sostenibile dell’UE per la competitività delle imprese.
  • Investimenti diretti esteri. L’UE mantiene un vantaggio sugli investimenti diretti esteri (IDE), ma perde attrattività come area di destinazione, a causa del declino dei flussi intra-europei. I flussi di importazione sono dominati dalle economie avanzate (come USA e Svizzera) e da quelle emergenti. Tra i maggiori stimoli ai flussi di IDE vi sono: il mercato unico europeo e i costi competitivi negli scambi con i paesi dell’Est.

La Commissione europea sta compilando serie di testi- guida sulla base della profonda conoscenza ed esperienza della DG ENTR nel settore dell’analisi e dello sviluppo delle PMI. Questi testi offrono esempi, aiuti pratici e suggerimenti di gruppi di esperti del settore, rappresentando uno strumento utile per conoscere le PMI e facilitare il finanziamento di loro misure e iniziative, sia a livello nazionale e regionale. Ogni guida tratta uno specifico settore riguardante le PMI e include esempi di progetti recenti. Per maggiori informazioni consulta questo sito.

 

Proposta di risoluzione del PE su come migliorare l’accesso delle PMI ai finanziamenti

La proposta di risoluzione per “un miglior l’accesso delle PMI ai finanziamenti” presentata dal PE consta di alcune considerazioni sulle quali si fondano alcune proposte. Ecco le principali:

1. Eterogeneità delle PMI – Essendoci notevoli differenze tra Stati in termini di costo del credito, ma anche divergenze nella tipologia delle PMI (microimprese, imprese sociali, aziende ad alta tecnologia, aziende in rapida crescita), il Parlamento europeo propone approcci che riflettano tale circostanza, in particolare programmi ed iniziative ad hoc.

2. Vulnerabilità delle PMI – E’ riconosciuta la necessità di un esame e di una valutazione di impatto globale e inclusiva riguardo i bisogni e le difficoltà incontrate dalle PMI.

3. Professionalizzazione dell’imprenditorialità – Gli Stati membri sono chiamati a offrire una formazione professionale agli imprenditori (ad esempio introducendo nei programmi scolastici lo sviluppo di capacità imprenditoriali e nozioni di educazione finanziaria); a sostenere l’imprenditoria femminile; a rafforzare progetti come l’Erasmus per i giovani imprenditori; a garantire una rapida riabilitazione degli imprenditori falliti.

4. Trasparenza – Emerge la necessità di colmare il gap informativo tra creditori e imprenditori fissando in modo chiaro i criteri di finanziamento da parte dei creditori e invitando gli Stati membri a ridurre gli oneri amministrativi per le PMI.

5. Nuove modalità di finanziamento – Si richiede alla Commissione di sviluppare forme di finanziamento specifiche per le PMI e di incrementare gli strumenti di finanziamento, migliorando l’accesso delle PMI a questi. Si chiede poi alla Banca Europea degli Investimenti, della quale si apprezza l’inclusione di intermediari finanziari non convenzionali e l’aumento di capitale a favore delle PMI, di mettere a disposizione un maggior numero di risorse per le PMI. Inoltre si auspica che il Fondo europeo per gli investimenti disponga di una piattaforma di garanzia europea permanente per agevolare l’accesso ai finanziamenti.

 

Sondaggio dell’Eurobarometro

La Direzione Generale”Imprese e Industria” della Commissione europea studia lo sviluppo delle imprese negli Stati membri dell’UE da più di 10 anni attraverso un sondaggio i cui risultati aiutano i decisori politici a capire eventuali difficoltà delle PMI e a sviluppare risposte future in linea con la Strategia Europa 2020. Il sondaggio relativo al 2012, condotto tra giugno e agosto, ha interessato i 27 paesi membri più i paesi dell’EEA/EFTA (Norvegia, Islanda e Svizzera), e altri paesi non europei, tra cui Brasile, Israele, India e Russia. Di seguito i dati ottenuti:

1. Lavoro autonomo e dipendente – L’appetibilità del lavoro autonomo é risultata inferiore rispetto a quella del lavoro dipendente (il 37% contro il 58% degli intervistati). Tuttavia il lavoro autonomo sembra più apprezzato nei paesi extra-europei: in Turchia dall’ 82% delle persone, in Brasile dal 63%. Tra le ragioni per cui negli Stati europei il lavoro autonomo non é appetibile vi sono: la mancanza di risorse finanziarie (per il 21%), il clima economico sfavorevole (per il 12%), la mancanza di capacità imprenditoriali (per l’ 8%), le difficoltà a conciliare lavoro e impegni familiari (per il 6%) ed infine il rischio di fallimento (per il 5%).

2. Propensione ad avviare un’attività – Meno di un quinto degli intervistati (il 19%) ha detto di aver iniziato una propria attività, mentre solo il 4% sembra avere intenzione di avviarla. La maggior parte di chi ha scelto di diventare imprenditore lo é ancora. Il 43% invece dice di esserlo stato nel passato ma non più. Il 26% ha avviato un’attività da più di 3 anni, mentre l’11% sostiene di averlo fatto da meno di 3 anni. Avendone l’opportunità, la maggioranza dei rispondenti preferirebbe iniziare una propria attività anziché subentrare in una già avviata (il 54% contro il 28% degli intervistati). Se ereditasse del denaro, solo il 17% lo impiegherebbe per aprire una propria attività; il 33% preferirebbe acquistare una casa, il 27% risparmiarlo.

3. Percezioni sugli imprenditori e ruolo della formazione scolastica – La gran parte degli intervistati é d’accordo con il fatto che gli imprenditori apportano benefici economici alla società, anche se molti pensano che siano guidati unicamente dalla ricerca del profitto. Il 79% ritiene che gli imprenditori contribuiscono alla creazione di nuovi prodotti e servizi a beneficio di tutta la società. Il 57% ritiene però che sfruttino il lavoro altrui e il 52% che curino unicamente i loro interessi economici. Quanto al ruolo della formazione scolastica, la metà degli intervistati ha ammesso che la scuola ha dato loro la possibilità di di sviluppare un’attitudine imprenditoriale, il 47% che li ha aiutati a comprendere il ruolo degli imprenditori nella società e il 41% le capacità per gestire un’attività. Solo il 28% sostiene che l’istruzione scolastica ha suscitato il loro interesse verso l’attività di imprenditore.

4. Considerazioni degli imprenditori – L’indipendenza personale é per il 62% la principale motivazione che spinge al lavoro autonomo, seguita dalla libertà di scegliere dove e quando lavorare (30%) e da migliori prospettive di guadagno (16%). Il 67% dei lavoratori autonomi ha iniziato la loro attività dal nulla, il 17% lavora in un’impresa a conduzione familiare, mentre il 9% é subentrato ad un proprietario. Per la gran parte dei liberi professionisti (il 75%) l’attività autonoma è la principale fonte di reddito. Di questi, il 12% afferma che si tratta di lavoro tempo pieno, mentre il 9% di attività part -time.

5. Considerazioni dei lavoratori dipendenti – Pochi scelgono il lavoro dipendente sulla base di considerazioni di natura economica o sicurezza lavorativa (appena il 27%). Le imprese non a conduzione familiare risultano più attraenti rispetto a quelle a conduzione familiare (48% contro il 41%). Tra le motivazioni vi sono: la maggiore sicurezza del lavoro (per il 53%), le opportunità di formazione e apprendimento (per il 52%), un maggiore stipendio (per il 49%). Tra quelli che preferiscono lavorare in un’azienda a conduzione familiare, il 52% lo motiva con condizioni lavorative migliori, mentre il 48% con il maggiore impegno nei confronti delle comunità locali.

 
 
 
 
 

Iniziative a sostegno delle PMI

The “European Enterprise Awards” – Nel 2006 la Commissione europea ha lanciato lo “European Enterprise Awards” per premiare gli enti pubblici e le partnership pubblico-private che promuovono l’imprenditorialità, per presentare e condividere esempi di best practices, per creare una maggiore consapevolezza del ruolo degli imprenditori nella società ed infine per incoraggiare gli aspiranti imprenditori.

Il Programma prevede 5 categorie: la promozione dello spirito imprenditoriale, l’investimento in capacità, il miglioramento dell’ambiente imprenditoriale, il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, l’imprenditorialità responsabile e inclusiva. Nell’edizione 2012 più di 400 progetti sono stati proposti, di cui solo 14 sono stati selezionati. I paesi partecipanti sono stati i 27 Stati membri più i 3 del Programma Quadro di competitività e innovazione (Croazia, Serbia e Turchia).

Dal 2006 sono stati presentati più di 2000 progetti che hanno contribuito alla creazione di più di 10.000 nuove imprese e circa 70.000 nuovi posti di lavoro.

 

The “European SME Week” – Dal 2009 la Commissione europea coordina la “European SME Week”, una campagna che promuove l’impresa in Europa in linea con lo Small Business Act. I principali scopi consistono nel:

  1. fornire informazioni sull’offerta dell’UE e delle autorità nazionali, regionali e locali in termini di sostegno alle PMI
  2. facilitare lo scambio di esperienze tra PMI;
  3. promuovere l’imprenditorialità affinché un maggior numero di persone, in particolare i giovani, siano incoraggiati all’attività di imprenditore;
  4. riconoscere il contributo degli imprenditori al benessere, all’innovazione e alla competitività dell’Europa.

Organizzazioni imprenditoriali, sostenitori e autorità nazionali o locali organizzano le attività in 37 paesi ; nel 2012 la “European SME Week” ha avuto luogo a Brussels dal 15 al 21 ottobre.

 

The “European Network of Mentors for Women Entrepreneurs” – Nella revisione dello SBA del 2011 è stata proposta la creazione di una rete per promuovere l’imprenditorialità femminile in Europa. La rete, che fornisce consigli e sostegno alle imprenditrici nella fase di avvio, gestione e crescita delle imprese è stata inaugurata a Varsavia nell’ambito della Presidenza polacca il 15 novembre 2011. 17 paesi sono stati accolti nel network tra cui: Albania, Belgio, Cipro, FYROM, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Montenegro, Olanda, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Turchia e Regno Unito. All’evento hanno partecipato più di 430 imprenditrici.

 
 
 
 
 

Vuoi vedere i dettagli dei progetti vincitori?

http://eaci-projects.eu/
http://cordis.europa.eu/projects/home_en.html
http://cordis.europa.eu/fp7/projects_en.html

 
 
 
 
 

Cultura imprenditoriale e strumenti internet

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Ferentino, Frosinone, Lazio

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