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Stefano Lavori

Nei mesi di Settembre ed Ottobre sarò assente per impegni di lavoro.
Ti lascio una storiella per riflettere su come sia possibile fare impresa in Italia.

Mettiamo che Steve Jobs sia nato in Italia. Si chiama Stefano Lavori. Non va all’università, è uno smanettone. Ha un amico che si chiama Stefano Vozzini. Sono due appassionati di tecnologia, qualcuno li chiama “ricchioni” perchè stanno sempre insieme. I due hanno una certa idea per un computer innovativo. Ma non hanno i soldi per comprare i pezzi e assemblarlo. Si mettono nel garage e pensano a come fare. Stefano Lavori dice: “Proviamo a venderli senza averli ancora prodotti. Con quegli ordini compriamo i pezzi!”.

Mettono un annuncio, attaccano i volantini, cercano acquirenti. Nessuno si fa vivo. Bussano alle imprese: “Volete sperimentare un nuovo computer?”. Qualcuno è interessato: “Portamelo, ti pago a novanta giorni”. “Veramente non ce l’abbiamo ancora, avremmo bisogno di un vostro ordine scritto”. Gli fanno un ordine, ma su carta non intestata, non si può mai sapere. Con quell’ordine i due vanno a comprare i pezzi, fornendo l’impegno come garanzia per avere credito. I negozianti li buttano fuori. “Senza soldi non si cantano messe”. Che fare? “Vendiamoci il motorino!”. Con quei soldi riescono ad assemblare il primo computer, fanno una sola consegna, guadagnano qualcosa. Ripetono il gioco e la cosa sembra andare.

Ma per decollare ci vuole un capitale maggiore. “Chiediamo un prestito”. Vanno in banca. “Mandatemi i vostri genitori, non facciamo credito a chi non ha niente”, gli dice il direttore della filiale. I due tornano nel garage. Come fare? Mentre ci pensano bussano alla porta. Sono i vigili urbani: “Ci hanno detto che qui state facendo un’attività commerciale. Possiamo vedere i documenti?”. “Quali documenti? Stiamo solo sperimentando”. “Ci risulta che avete venduto dei computer”.
I vigili sono stati chiamati da un negozio che sta di fronte. I ragazzi non hanno documenti, il garage non è a norma, non c’è impianto elettrico certificato, non ci sono bagni, l’attività non ha partita Iva. Il verbale è salato. “Ma se tiri fuori qualche soldo di mazzetta, si appara tutto”. Danno agli ufficiali il primo guadagno e… “apparano”.

Il giorno dopo però arriva pure la Finanza. E devono “apparare” di nuovo. E poi l’Ispettorato del Lavoro. E l’ufficio Igiene. Il gruzzolo iniziale è volato via. Se ne sono andati i primi guadagni. Intanto l’idea sta lì. I primi acquirenti chiamano entusiasti, il computer va alla grande. Bisogna farne altri, a qualunque costo. Ma dove prendere i soldi?

Ci sono i Fondi Europei, gli Incentivi all’Autoimpresa. C’è un commercialista che sa fare benissimo queste pratiche: “State a posto, l’idea è bellissima. Di sicuro possiamo avere un finanziamento a fondo perduto di almeno 100mila euro”. I due ragazzi pensano che è fatta. “Ma i soldi vi arrivano a rendicontazione, dovete prima sostenere le spese. Attrezzate il laboratorio, partite con le attività e poi, una volta spesi i soldi, avrete i rimborsi. E comunque solo per fare la domanda dobbiamo aprire la Partita Iva, fare una Srl con capitale sociale di 10.000€ interamente versato, registrare lo Statuto dal notaio, aprire le posizioni previdenziali, pagare un fiscalista per la dichiarazione dei redditi e i libri contabili da vidimare. Senza dimenticare un conto corrente bancario, che a voi non aprono. Lo dovete intestare a un vostro genitore. Mettetelo in società con voi. Poi qualcosa per la pratica, il mio onorario. E poi ci vuole qualcosa di soldi per oliare il meccanismo alla Regione. C’è un amico a cui dobbiamo fare un regalo sennò il finanziamento ve lo scordate”. “Ma noi questi soldi non ce li abbiamo”. “Nemmeno qualcosa per la pratica? E dove vi avviate allora?!”.

I due ragazzi decidono di chiedere aiuto ai genitori. Vendono dischi, libri ed una collezione di fumetti. Mettono insieme qualcosa. Fanno i documenti, hanno Partita Iva, posizione Inps, libri contabili, conto corrente bancario. Sono una società. Hanno costi fissi. Il commercialista da pagare. La sede sociale è nel garage, non è a norma, se arrivano di nuovo i Vigili, o la Finanza, o l’Inps, o l’Ispettorato del Lavoro, o l’Ufficio Tecnico del Comune, o l’Asl, sono altri soldi.

All’interno del garage comunque si lavora duro: i ragazzi assemblano i computer con pezzi di fortuna, un po’ comprati usati e un po’ a credito. Fanno dieci computer nuovi, riescono a venderli. La cosa sembra poter andare.
Altre persone notano l’attività, di cui si comincia a parlare, e cercano di imitarla: oliando i meccanismi del Comune riescono ad aprire negozi di elettronica tutt’attorno. Questi negozianti spacciano i loro prodotti d’importazione, tante volte pure in nero, soffocando il già risicato movimento dell’economia locale. Ed i clienti, confusi, ci cascano. I ragazzi cominciano a perdere ordini, nonostante le loro innovazioni, e per non dare nell’occhio evitano addirittura di mettere l’insegna fuori della porta.

Ma un giorno bussano al garage. E’ la camorra: “Sappiamo che state guadagnando, dovete fare un regalo ai ragazzi che stanno in galera…”. “Come sarebbe?!”. Secca la risposta: “Pagate, è meglio per voi”. Se pagano, finiscono i soldi e chiudono. Se non pagano, gli fanno saltare in aria il garage. Se vanno alla Polizia e li denunciano, se ne devono solo andare perchè hanno finito di campare. Se non li denunciano e scoprono la cosa, vanno in galera pure loro.

Pagano. Ma non hanno più i soldi per proseguire con l’attività. Il finanziamento dalla Regione non arriva, i libri contabili costano, bisogna versare l’Iva, pagare le tasse su quello che hanno venduto, il commercialista preme, i pezzi sono finiti, assemblare computer in questo modo diventa impossibile perchè il 75% del tempo viene speso in burocrazie varie. Il padre di Stefano Lavori prende da parte il figlio e gli dice “Guagliò, libera questo garage. Ci fittiamo i posti auto, che è meglio”.

I due ragazzi si guardano e decidono di chiudere il loro sogno nel cassetto. Diventano garagisti.

La Apple in Italia non sarebbe nata, perchè saremo pure affamati e folli, ma se nasci nel posto sbagliato rimani con la fame e la pazzia, e niente più.

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Tramite il gruppo civico Cambiare partecipo ad un progetto di rinnovamento della classe politica di Ferentino. Con questo sito internet cerco di informare e creare una discussione trasparente circa le scelte operate dall'amministrazione comunale.   Lavoro in architettura e restauro, progettando e realizzando ambienti, strutture, arredi ed oggetti tramite la mia azienda, Fornaci Giorgi, che produce pavimenti, rivestimenti ed elementi architettonici in cotto fatto a mano.   Mi interesso di arti visive, interfacce uomo macchina, applicazioni internet. Ho il pollice verde ed amo mia moglie Domitilla e nostra figlia Charlotte.   In passato ho collaborato con Wikipedia, Ubuntu, Live Performers Meeting, Il Cartello per la promozione e diffusione delle arti, Greenpeace, Festival Arrivano i Corti, Il Giardino delle Rose Blu, Il Gabbiano.



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